Versione in ricostruzione

Tag: Riflessioni (Pagina 2 di 2)

Urlare

Dirigersi, soli, in silenzio, lontano. Dove, non fa differenza, l’importante è che sia veramente lontano. Lontano da tutti, lontano da ogni forma di vita, lontano dagli amici, dai parenti, dai rompicoglioni, dai passanti. Lontano.
In mezzo ad un campo, o tra i sentieri tutti uguali di un bosco sconosciuto, dentro gli scavi di un cantiere deserto, o sulla cima di un monte, da cui poter guardare con distacco il resto del mondo, perché in quel momento il resto del mondo non conta niente.
Immergersi nei pensieri, soli, seguire il filo di ogni ragionamento, raggiungere il nodo in cui si intreccia col prossimo e ripartire da capo. E così, ancora e ancora, sapendo che non c’è via di fuga da quel labirinto di pensieri, consapevoli che la soluzione non può trovarsi in nessuno di quegli intrecci, su nessuno di quei fili, e quasi certamente neanche nell’insieme di quella confusione di nodi. Ricominciare da capo, raggiungere la stessa conclusione, e provarci lo stesso ancora, fino allo sfinimento.

Raggiungere lo sfinimento.
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Prospettive

Sono un bravo ragazzo. Insomma, non mi fermo agli angoli delle strade per aiutare le nonnine ad attraversare, però mi fermo se sono al volante e le aspetto. Metto la freccia nelle rotonde. Rispetto le file nei negozi e non ho mai rubato un bicchiere in un pub perchè mi piaceva. Butto le gomme da masticare nei secchi, non parlo con la bocca piena. Insomma, sono un bravo ragazzo.
No?

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Il treno della vita (Parte 2)

È passata una settimana dagli eventi raccontati nella puntata precedente. È stata una settimana strana e piena di messaggi, telefonate e pensieri, ma anche di eventi scollegati da questa vicenda. I più importanti finiranno in un altro articolo ancora (ve l’ho detto che me ne sono successe di cose!), per il resto, ecco com’è andata la storia.

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Specialità

Non fatevi ingannare dal titolo, non c’entra niente il cibo. Stavo pigramente cercando delle scuse per non studiare, perchè nonostante so sappia(si ringrazia Valefatina per la bacchettata sulle nocche) di doverlo fare (ed anche tanto) la voglia di studiare è bassa come mai fino ad ora. Forse dipende dal fatto che sono quasi due anni ormai che non mi prendo una vacanza dallo studio, ma non sono qui per parlare di questo. Dicevo, stavo cercando delle scuse per non studiare, e la mia scusa preferita per perdere tempo è Twitter e mi è capitato di leggere questo tweet…

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Riflessioni troppo brevi per un post e troppo lunghe per un tweet

Rimettevo a posto un po’ di cose questa sera e mi sono reso conto di una cosa buffa.
Ho due Moleskine, in uno conservo cartoline e biglietti d’auguri di persone che sono (o sono state) importanti per me. Ci sono un paio di biglietti di treni o di musei e simili, biglietti di auguri di amici e parenti, tutte (o quasi) le cartoline ricevute dalle superiori in avanti, qualche disegno ed in generale, bei ricordi.
L’altro Moleskine l’ho comprato circa tre anni fa, e l’ho chiamato “libro nero del rancore”. Ho deciso di comprarlo quando mi sono reso conto che se mi fossi ricordato tutto quello che le persone che conosco mi hanno fatto di male, probabilmente avrei evitato di riallacciare i rapporti con molte di esse, evitando nel contempo il rischio di farmi ferire di nuovo da esse in futuro. E visto che, a quanto pare, la mia memoria aveva iniziato a dimeticarsi qualcuno di quei brutti episodi in seguito ai quali avevo smesso di frequentare queste persone, ho deciso di comprare questo piccolo Moleskine per segnare nomi ed eventi, in ordine alfabetico, da consultare tutte le volte che mi fossi dimenticato del male subito.
Già la storia è buffa così, ma in realtà non è finita.
Dopo aver inserito l’ultima cartolina nel primo Moleskine, mi sono reso conto che il secondo è ancora vuoto.

Non sono poi così inflessibile come vorrei.

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