Versione in ricostruzione

Gli scherzi della vita

La vita sa essere proprio una gran burlona. Immagino le grasse risate che si starà facendo ora. E spero anche che le vada di traverso la lingua e si strozzi. Ah ah.

Doveva arrivare un po’ di tempo fa, questo post. Ma mi sono detto, aspettiamo. Viviamo il momento. Questo momento è troppo bello per essere vero,  meglio se lo tengo tutto per me e me lo godo in segreto. E mentre pensavo questo, nel mio segreto, non vedevo l’ora che venisse il momento della verità, il momento in cui il mio segreto potesse essere finalmente annunciato, e tutti potessero conoscerlo ed essere felici della mia stessa felicità. È una vita che aspettavo questo momento.

E beh, non è arrivato. Non che la statistica potesse farmi sperare di meglio, ma sperare non costa nulla, sperare rende anche le cose più improbabili quasi tangibili, fino a poterle praticamente toccare. E nonostante i tentativi di tenere i piedi piantati per terra, arriva il momento in cui la speranza ti frega, ti abbindola, ti delizia con la vista di bellezze probabili, e ti fa sporgere in avanti. A questo punto, col baricentro spostato, è un attimo per la vita appiopparti un calcio in culo, e buttarti a sbattere i denti su un lastrone di marmo.

Ma questa volta la felicità era vicina, o almeno lo sembrava… Così vicina che sono sicuro di averla sentita, sono certo di averle preso la mano, sono disposto a scommettere di averla tenuta tra le braccia, e di averle sfiorato le labbra. Incredibilmente tutto si era mosso nella giusta direzione, sia io che lei ci siamo cercati da lungo tempo, ci siamo osservati da lontano, ci siamo conosciuti lentamente, e finalmente abbiamo capito, entrambi, che le cose avrebbero potuto funzionare ed abbiamo provato a farle funzionare. Era arrivata in un momento felice della mia insostenibile vita da universitario sepolto vivo: avevo appena sostenuto l’ultimo esame, e potevo iniziare a pensare alla tesi. Non dovevo più stare intere giornate a lezione, o sottopormi a tour de force improponibili per superare gli esami, potevo avere tempo, la risorsa più preziosa di ogni uomo, e potevo quindi avere tempo per lei.

Questa volta ero sicuro di non aver sognato tutto, di non aver visto tutto nella mia testa, anche lei sentiva quello che sentivo io, e ne ero così sicuro perchè l’aveva detto lei stessa, ed era sincera. Le sue parole, poche e preziose, me l’avevano dimostrato. E che cosa ha infranto questo sogno, tenuto così vicino e con delicatezza, di colpo, un venerdì sera più freddo dello stesso inverno?

Non lo so.

Non lo so.

Ho dei pezzi, dei pezzi di spiegazioni, dei pezzi di motivi che ho chiesto io, per capire come mai le cose stessero precipitando in così poco tempo, per capire che cosa stava portando la mia segreta felicità ad inabissarsi. E questi pezzi che ho, per quanto li giri e li rigiri tra le dita, non si incastrano tra loro. Non formano nessuna figura, non vogliono saperne di stare insieme. Cose come “è quasi un anno che ci penso”, “ci ho creduto, senza aver paura che le cose potessero andare male” e “è meglio se non continuiamo”, “è colpa mia”, “scusa” non funzionano insieme. Non vedo come possa averle dette la stessa persona, non vedo come potrebbero incastrarsi e farmi capire qualcosa. Non vedo come possano avere senso…

Ho bisogno di qualche altro pezzo, devo capire cosa manca ancora dal mio quadro, devo capire cosa è andato storto… Perchè è stato un altro disastro.

E se trovo un solo piccolo pezzo, o anche un granello che mi faccia capire cosa si è rotto, e che mi faccia capire che può essere riparato, lo riparerò. E se sarà necessario, sposterò anche le montagne per farlo, ma se c’è ancora una speranza, in qualche modo, conquisterò la mia Felicità.

2 commenti

  1. haruhis89

    Mi permetto di fare un’osservazione dal punto di vista di una persona esterna all’accaduto. (Poi se ti infastidisce, cancella pure).
    Hai detto che la ragazza in questione con “poche e preziose” parole sembrava averti dimostrato di ricambiare un sentimento, solo dopo si è tirata indietro con frasi sconnesse, quasi a sembrare una scusa.
    Secondo me si delinea un quadro di una persona impaurita da ciò che prova e potrebbe avere con te (o con chiunque altro).
    La paura, nel vivere buoni sentimenti, deriva spesso da traumi e delusioni del passato, non ancora affrontati con giusto criterio.
    Scopri se se è proprio il passato a tormentarla, se è vero che è combattuta, allora potresti provare a cercare con lei la giusta chiave per andare avanti.
    In questo modo potresti aiutarla e vivere con lei un possibile futuro, per lo meno io al tuo posto tenterei una strada del genere.
    Good luck my dear. 🙂

  2. 6mrk9

    cito: “se trovo un solo piccolo pezzo, o anche un granello che mi faccia capire cosa si è rotto, e che mi faccia capire che può essere riparato, lo riparerò”

    ti do un indizio:
    vai a vedere come si è comportata kate middelton quando è stata mollata da william.
    tu fai uguale. 😉

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