Spero che Steve Jobs mi perdoni se gli prendo in prestito la metafora.
La mia vita è uno sgabello. È di legno, non è granché ma è comodo.
Il mio sgabello ha tre gambe, e tutto sommato si regge bene.
Le gambe sono il modo in cui passo la maggior parte delle mie giornate, ed è su questi che in pratica sono seduto.
L’università è una di queste gambe, il computer è un’altra e poi… E poi, ma non in ordine di importanza, c’eri tu.
Una di queste gambe è stata tagliata prepotentemente. Sappiamo tutti quale.
Trovarsi improvvisamente seduti su uno sgabello con due sole gambe è difficile. Lo sgabello non è stabile e non si regge. Si finisce col cadere.
Sperare di mantenersi in piedi è una follia, non si può. E non si può fare affidamento sulle tre gambe, perchè una non c’è. Non c’è e non si sa neanche se tornerà, e se dovesse tornare potrebbe non essere più sufficientemente lunga per essere d’aiuto.
Si può provare a restare in equilibrio, ma non è facile durare a lungo in queste condizioni, specie se l’equilibrio è una di quelle cose che non fanno per te.
Il momento quindi arriva, la direzione è presa, il baricentro si muove, il peso diventa ingestibile, e vedi il pavimento avvicinarsi. Puoi sentire esattamente qual è l’ultimo momento prima di cadere. E in quel momento, anche se in realtà non hai molta voglia di sorridere, puoi solo sperare di salvare i denti.
Poi improvvisamente ti fermi. Così, un attimo prima di cadere il tuo movimento si è fermato. E se non sei con la faccia per terra puoi solo voltarti a ringraziare chi ha fermato la tua caduta. Se hai culo, allora questa persona ti tirerà su e ti riporterà in piano. Potrà anche tenerti un po’ in equilibrio, ma poi ti lascerà. E in quel momento, le due gambe residue dello sgabello sono di nuovo tutto quello su cui puoi fare affidamento. E non passerà molto tempo prima che tu sia di nuovo fuori asse, e di nuovo troppo inclinato per restare in piedi.
A quel punto capisci che se vuoi evitare di incontrare il pavimento, puoi solo sperare che ci sia qualcun altro pronto a fermare la tua caduta ed a riportarti in verticale, e che dovrai farti aiutare per forza da chi ti sta intorno per mantenerti in piedi.
Grazie.
“e che dovrai farti aiutare per forza da chi ti sta intorno per mantenerti in piedi”
Bravo, è proprio questo che devi fare, farti prendere dalla depressione è del tutto inutile, di sicuro potrai contare sempre su chi ti vuole veramente bene e riuscirai a superarla del tutto anche grazie a loro (lo sò che sembra una frase fatta, ma a conti fatti è così).
Sò che io sono l’ultima persona a poterti dare consigli visto che comunque non è da tantissimo che siamo amici…però ci tenevo comunque a dirtelo.
Ha ragione lei, e poi sai di poter contare su chi ti vuole bene. Basta solo fidarsi.
“Una di queste gambe è stata tagliata prepotentemente. Sappiamo tutti quale.”
uhm lasciami indovinare…
Quando ho scritto quelle righe sapevo che qualcuno avrebbe dovuto farci qualche battuta. Conaiderando che ti chiami acido solforico, mi è pure andata bene!