Oggi c’è stata la marcia della pace.
Quel simpatico turbinio di gente festosa e canterina, che passeggia da Perugia ad Assisi sventolando bandiere e manifestando gioiosamente la loro contrareità alla guerra.
Ma perchè nessuno parla della marcia della pece?
Indubbiamente il proposito della marcia della pace è lodevole: la pace, cazzo! La pace! Chi non vorrebbe la pace? Non c’è bisogno di alzare le mani, era una domanda retorica. Voglio dire… La pace! Che pace… No? Tutti vogliono la pace e tutti vogliono starsene in pace col mondo. Quindi la pace è una gran cosa, e fare qualcosa per avere la pace è un buon proposito.
Certo, da qui a dire che la marcia della pace serva davvero a qualcosa ce ne corre, però è comunque una bell’idea, almeno secondo il punto di vista teorico. Sono per la pace, quindi passeggio. Perfetto, mi sta bene.
Sono per la pace, quindi passeggio verso un luogo-simbolo quale è Assisi. Geniale, avrà sicuramente un buon effetto.
Sono per la pace, quindi passeggio verso un luogo-simbolo quale è Assisi, durante una domenica, così potrà venire più gente. Perfetto!
Sono per la pace, quindi passeggio verso un luogo-simbolo quale è Assisi, durante una domenica, passando per le strade cittadine.
Uhm… Un attimo… Perchè dovrebbe essere così? L’Umbria è famosa per le sue verdi colline, per gli ulivi, per le pianure e per le stradine in campagna… Perchè non passeggiare in campagna? Respirare aria pulita e soprattutto non congestionare il traffico di tutte le città ed i paesi coinvolti nella marcia della pace da mattina a sera?
Perchè cazzo io, cittadino qualunque, per poter rientrare in casa mia dovrei rimbalzare da una parte all’altra della città per trovare un cazzo di omino vestito di giallo (volontario della protezione civile?) che abbia il buon cuore di farmi attraversare? Non voglio investire qualche gruppo festante di persone che canta da questa mattina alle 8 sotto la mia finestra, anche se sono tentato, voglio solo attraversare la strada principale della mia città. Non è difficile, devo solo tagliare quella strada ortogonalmente, faccio in un attimo.
“Eh no, qua non si può, vada di la.”
“Eh no, qua non si può, provi di li.”
“Eh no, non vede che passa la gente? Torni a casa.”
Ma se è proprio a casa che sto cercando di andare!
Abbiamo ben ottomilaquattrocentocinquantasei km², pechè non passare per quei kilometrini in campagna? Abbiamo il 70% abbondante di territorio collinare, passeggiate lì no? Posso capire uno sciopero, o una manifestazione di protesta. Sono un autista di autobus e non mi pagano, voglio protestare, quindi prendo e intraverso l’autobus in mezzo alla via principale del paese. Io, cittadino, ti maledico lo stesso, ma per lo meno ti capisco, e ti maledico con più comprensione.
Ma non è finita. Io, passeggiatore festoso, stanco e provato dalla marcia iniziata di buon mattino, giunta una cert’ora, sento il bisogno di bere e di mangiare. Ho necessità di rifocillarmi. E mi voglio rifocillare, diamine!
E rifocillati, che cazzo, ma perchè dovresti trasformare in letamaio le città che molto gentilmente stanno ospitando il tuo tragitto scanzonato e piacevole, mentre i cittadini in auto si trattengono con difficoltà dal tirarti sotto? Perchè gettare robaccia lungo tutto il tragitto, TUTTO?
Una volta, chi amava la pace non amava anche l’ambiente? E una volta chi amava l’ambiente non evitava di riempirlo di merda? Ci sono pochi secchi? Si riempiono subito? Eccheccazzo, ma solo mia madre quand’ero piccolo mi ha insegnato che le cartacce se non ci sono secchi si infilano nello zaino, e si buttano solo una volta tornati a casa, o trovato un secchio atto allo scopo? Eppure non mi sembra di avere due genitori-modello, anche gli altri in Italia avranno cercato di dare un minimo di educazione ai loro figli, o vivono tutti nei porcili?
La pace nel mondo, la convivenza pacifica, l’aiuto reciproco… Belle parole, e bella idea una marcia, anche se non ne vedo l’utilità. Soprattutto se quello che lasciate dietro di voi, è quello mostrato dalle immagini qui sotto, che tutto incita, fuorchè alla pace.
Io l’ho sempre detto che la gente non imparerà mai.
Quello che ci vorrebbe per impartire un po’ di disciplina è una guerra ogni due generazioni.
Evviva, c’è già un volontario!