Cerco di non pensare a niente, e quando ci riesco sto bene. Quando non ci riesco sto peggio di una chiavica, ma i miei numerosi impegni mi rendono semplice questo compito.

Questi giorni ho girato parecchio, e sono stato insieme ad amici quasi tutto il tempo, così facendo per lo meno sono stato felice, senza pensare a niente. Ho fatto un po’ di compere, forse un po’ troppe a dire la verità, ma poteva andare peggio, mi sono trattenuto.

Poi, quando torno a casa e mi metto a fare quella quantità indefinita di compiti che mi hanno appioppato, mi arriva un messaggio, dalla solita Lei. E cosa dice?

Chiede come sto, come chiede sempre più spesso come sto.

Come sto? Non lo so. Non voglio saperlo. Non sto, va bene? Non sto. Posso? Grazie.

E sebbene siano pochi, quelli che chiedono come sto sono sempre lì, sempre dietro le mie spalle, a cercare di capire, a cercare di rendersi utili. A Lei voglio davvero tanto bene, ed apprezzo quello che fa per me, e le cose che mi dice e che mi scrive, ma quando torno a casa e mi ritrovo un padre che cerca di instaurare con me un dialogo, perchè forse si è reso conto che non l’ha mai fatto, ed una nonna che se potesse mi rimetterebbe il ciuccio ed il pannolone, i nervi sono davvero al limite dell’esaurimento.

Passi che entra a sorpresa nella mia stanza o nel mio bagno quando non ci sono, e fa piazza pulita di quello che vede, noncurante del fatto che quella maglia avrei voluto metterla o meno. Passi che devo andare col setaccio alla ricerca dei miei vestiti, perchè finiscono senza un ordine logico, tra i lenzuoli o nei cassetti di mio padre. Passi che ogni santo giorno mi ritrovo una voce nelle orecchie che da quando suona la sveglia fino a quando non scendo dal letto (quella bella mezz’ora di “presa di coscienza” che mi dedico sempre prima di alzarmi) mi ripete continuamente quanti minuti, secondi, centesimi e millesimi di secondo mancano prima che passi l’autobus, facendomi alzare già con i coglioni girati.

Ma resisterò?

Ho voglia di stare fuori da casa il più tempo possibile, perchè più a lungo sto lontano dalla mia famiglia o da quello che ne resta, meglio sto.

E mi manca una persona che mi stia vicina, non un amico né un’amica né il gruppo di amici migliore che potessi desiderare. Loro sono fantastici e non li cambierei con nessuno, ma ho davvero bisogno di una ragazza.

E con quest’esaurimento nervoso, giusto se la trovo nelle merendine.

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