Versione in ricostruzione

Un campagnolo a Roma

Vi voglio raccontare una storia.

No, niente noioso-e-pesantissimo-post-su-quanto-non-senta-nessuna-voglia-di-festeggiare. Per lo meno non per stasera, mi limiterò a scrivervi una storia.

Questa storia narra di come un ragazzo di campagna abbia preso un treno alle 7:04 di mattina, per andare a trovare una sua amica nella capitale.

Era il 6 di Aprile del lontano (?) 2007. Il Luigi si alzava, appesantito dal sonno, per raggiungere la stazione, punzecchiato dal freddo e cullato dal sonno, e saliva alle 7:03 sul treno, che ripartì alle 7:04 alla volta di Roma. Seduto al suo posto si immerse nella lettura del libro “L’arte dell’intrusione”, per riemergerne circa due ore dopo, quando il treno stava fermandosi nella stazione Termini della capitale. Smontato dalla carrozza con il suo zaino in spalla, si avviava verso la stazione, senza scorgere però la figura femminile che si aspettava di trovare. Così prese in mano il cellulare e la chiamò due volte, lasciando che il cellulare squillasse ripetutamente, senza ottenere risposta.

Continuava nei suoi tentativi, quando camminando, girò attorno alla colonna che gli ostruiva la visuale, e scorse proprio la lei che aspettava. Con un paio di pantaloni neri, capaci di attrarre polvere da ogni angolo del globo, una maglietta verde coperta da un giaccone con cappuccio peloso, e comodamente infilata nelle sue ballerine scure a fiori, Nily lo salutava con un abbraccio, ed insieme si incamminavano verso un bar, alla ricerca di un caffè che riportasse Luigi tra i vivi. Nily lo introdusse nel vellutato mondo dei Rodrighi, consigliandogli vivamente di assaggiarne uno, e dopo il caffè, si avviarono alla volta del centro commerciale di cui lei gli aveva tanto parlato, ma in cui lui non era mai stato: Parco Leonardo.

Il posto si rivelò esattamente come le aspettative lo avevano descritto, e con la guida esperta dell’attenta Nily, iniziava così l’esporazione del baldo giovane, che veniva dalla campagna.

Le prime tappe furono solo luogo di attente osservazioni: il Saturn (che riportò alla mente del viandante campagnolo, ricordi di una settimana passata a Monaco) ed un EB Games (il primo che il ragazzo venuto dalla campagna ebbe mai visto.

Ma l’obiettivo della giornata era un altro: la camicia nera e la giacca nera che il ragazzo venuto dalla campagna doveva comprarsi, come Nily aveva stabilito.

Un rapido giro di alcuni negozi (tra cui Bershka, e questa me la paga, ah, se me la paga!) li condusse infine da Zara, dove dopo aver provato tutte le giacche nere disponibili, sentenziarono che quel negozio non ne aveva nessuna che stesse bene a ragazzo venuto dalla campagna. Si buttavano così nell’acquisto di una camicia nera, da abbinare ad una giacca nera che sarebbe stata acquistata di lì a breve. Ma non furono così fortunati.

Nessun negozio nel centro commerciale aveva una giacca con le maniche lunghe abbastanza per il ragazzo venuto dalla campagna, che però non si arrese all’idea di tornarsene in campagna con una sola camicia nera.

E così non fu.

Mentre Nily ispezionava attentamente moltemila paia di occhiali da sole per trovarne uno che le stesse bene come-voleva-lei, ecco materializzarsi davanti agli occhietti assonati del ragazzo venuto dalla campagna, un oggetto desiderabile ma costoso.

Un paio di Ray-Ban con le lenti azzurre. Indeciso sul da farsi, li provò più e più volte, e girò ancora per altri negozi cercando la giacca nera, per distogliere il pensiero (e le finanze) da quella spesa. A nulla valsero i suoi tentativi di trovare una giacca nera. Tornò sui suoi passi, ed acquistò gli occhiali, assistito da una Nily approvante.

Ed ecco, in una foto la cui pubblicazione è stata concessa in un attimo di follia, i nuovi Ray-Ban blu di Luigi, indossati da una dama d’eccezione: Nily e Ray-Ban Blu .

Dopo qualche foto su un curioso divano a forma di mano (prezzo €890,00), uscivano dal centro commerciale per far tappa in un bar lì vicino dove chiacchieravano per qualche minuto su questo e su quello, gustandosi un cappuccino e una pizzetta.

Dopodichè, i due si avviavano a mezzo treno, in un lussureggiante parco, dove di fatto passarono buona parte del pomeriggio, sdraiati al sole sull’erba verde, vicino ad alcune palme, di fronte ad un laghetto, abbracciati, ed in uno stato di completo relax.

Intanto, piacevolmente allietati dai venditori ambulanti di Rose che volevano che il ragazzo venuto dalla campagna acquistasse un bouquet di 15 rose per la bella Nily, che invece tentava invano di convincerli di essere sorella del baldo giovine, si scambiavano chiacchiere, ascoltavano canzoni magicamente uscite da un iPod semiscarico, o semplicemente restavano vicini in silenzio, accarezzati dal vento e riscaldati da un tiepido sole primaverile.

Restarono così per un tempo indefinito, che sarebbe potuto benissimo durare all’infinito, senza che il ragazzo venuto dalla campagna desiderasse minimamente di cambiare una sola virgola di tutto l’ambiente, per anni ed anni. Il vento iniziò a soffiare con più decisione, mentre il ragazzo venuto dalla campagna e la piccola Nily iniziarono ad accusare il solletico provato dalla brezza fredda, e decisero a malincuore di abbandonare quel luogo così piacevole, alla ricerca (poco poetica, ma necessaria) di un bagno (di un mazzo di carte, e di una macchina fotografica).

Quale occasione migliore per quella strana coppia, di visitare la magione della bella Nily, che vergognosa come non mai fece strada al ragazzo venuto dalla campagna fin dentro casa sua, e gli presentò un quanto mai sfuggevole gatto. Dopo che il ragazzo venuto dalla campagna ebbe accuratamente ispezionato l’habitat di Nily, la bella romana gli mostrò tutta contenta un album di foto, nel quale il baldo giovine conobbe il passato della ragazza, e riconobbe anche alcuni pezzi di passato più recente, che già conosceva pur non avendo vissuto.

I due ripartirono ben presto per soddisfare il loro appetito di gelato, dimenticandosi sia della macchina fotografica che del mazzo di carte, ma giungendo in una gelateria fantasmagorica, dove il ragazzo venuto dalla campagna guardava incredulo Nily mentre si mangiava un intero cono al gianduia, e lui si gustava un doppio cono ai gusti cioccolato intensissimo, stracciatella e nocciole.

Dopodichè, i due si concessero qualche altro momento di rilassatezza, ancora sdraiati al sole, in un prato meno curato, ma comunque provvisto di servizievoli venditori ambulanti di rose e di magneti audio-irritanti.

Ripartiti alla volta della stazione, dopo una pseudo-cena, si avviavano verso il binario tre per salutarsi, alle 19:44 di un giorno lungo e stancante, ma al tempo stesso incredibilmente breve e fuggente.

Con questi felici ricordi in mente, il ragazzo venuto dalla campagna decide di andarsene a dormire, alle tre di notte passate della domenica di Pasqua. Una Pasqua così strana che si prenderà un post tutto per sé, ma che per stanotte resterà a tacere, perchè troppo impegnata nel perdersi tra i piacevoli ricordi di questi giorni, così raggianti da oscurare per un breve momento tutto il resto, e capaci di regalare un sorriso, quando ce n’è davvero bisogno.

2 commenti

  1. Lo Zio

    L’ho letto tutto, senza usare er-finestra !!!

  2. nily

    beh..sembra che t’ho portato per prati! ahahahah
    chiariamo che siam stati al celeberrimo laghetto dell’eur (dove ieri ho passato la giornata con la Marty)e ai prati di Circo Massimo, dove storia moderna e antica si intrecciano magicamente…
    insomma, mica pizza e fichi!
    ahaha
    Un bacione.

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