Versione in ricostruzione

Hacker?

Ho letto talmente tante boiate sul significato di questa parola, anche se credo che potrei sentirne di peggiori semplicemente chiedendone una definizione ai signori ministri che hanno approvato la legge Levi-Prodi, che per lo meno verrà cambiata. E’ già qualcosa, ma non basta.

Mi chiedo con quale coraggio i ministri abbiano dato l’assenso su una legge che non hanno letto…

– “mi prendo la mia parte di responsabilità per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo…che autorizza interpretazioni estensive che potrebbero limitare l’attività di molti siti e blog. Molto meglio lasciare le regole attuali…” Paolo Gentiloni, Ministro delle Comunicazioni
– “non è stato discusso nel Consiglio dei Ministri del 12 ottobre perchè presentato come provvedimento di normale routine.” Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture
– “dico subito che quel giorno, dopo aver tentato di migliorare il decreto sul welfare, sono dovuto correre al Quirinale per premiare i giovani impegnati sul cambiamento climatico e non ho potuto seguire la norma che sta allarmando la Rete. Rileggendola oggi, mi sembra decisamente restrittiva per chi gestisce un blog o una pagina web.” Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente

Mi chiedo davvero, questi illustri signori, come passano il tempo visto che stanno dimostrando di non fare il lavoro per cui sono fin troppo profumatamente pagati.

Ma il discorso è un altro.

Non mi sono mai domandato troppo perchè faccio quello che faccio. O meglio, prima di fare qualcosa mi domando fino alla nausea perchè dovrei fare o non fare quello che poi farò o non farò, ma non mi sono mai interrogato a fondo sul perchè passo il mio tempo così come lo passo.

Perchè i ragazzi della mia età, neanche troppo indicativamente, passano il tempo uscendo, ridendo, fumando, bevendo,  drogandosi in compagnia, giocando a calcio, tennis, calcio, pallavolo, calcio, pallacanestro, calcio, pallacorda, calcio, pallamano, calcio, baseball, calcio, rugby, calcio, calcetto, calcio.

Perchè gli altri guardano calcio in tv, oppure il grande fardello, o ancora l’isola dei tirolesi, omini e tonne o magari…. Una partita di calcio, trasmessa già sette volte, per quelli che se la fossero persa (ma ovviamente chi la guarda non se l’è persa).

Perchè gli altri leggono “Tre metri sopra il cefalo”, “Ho voglia di thè” o “Scusa se ti chiamo Alfonso”.

Perchè gli altri si  godono la vita e io invece passo con cento e lode agli esami di maturità (Embè?).

Oggi invece me lo sono chiesto, perchè il professore di programmazione ci ha assegnato un quesito neanche troppo difficile magari, che però mi ha incuriosito. Era un problema abbastanza tecnico…

Non lo so cosa mi sia preso, mi capita a volte, e quando capita è una sensazione bellissima. C’è un problema interessante da risolvere. Un problema! Adoro i problemi fin dai tempi delle elementari, quando la maestra ci chiedeva di calcolare spesa-ricavo-guadagno, e mentre io vedevo subito la risposta, alcuni miei compagni un po’ più interessati ai power rangers tentavano di trovare la soluzione moltiplicando le casse d’acqua con quelle di coca-cola.

Quando mi metto davanti un “problema interessante”, che in linea di massima è un problema informatico, succede una specie di miracolo. Posso concentrarmi su quel problema per ore, per giorni se necessario, e finchè non ne vengo a capo, non importa se fa freddo, se devo mangiare, andare in bagno, dare segni di vita ai miei amici che magari mi cercano, qualunque cosa diventa superflua. Anche sopravvivere viene dopo la soluzione del problema. Non so davvero come spiegarlo diversamente, risolvere un problema interessante è dannatamente divertente, più divertente dell’ultimo libro di Federico Moccia, o di vedere la finale di Amici o ancora di sentire gli sproloqui di Uomini e Donne. Beh non sono grandi esempi, anche un pugno nello stomaco sarebbe più divertente, intendo che risolvere problemi interessanti è davvero molto più divertente di quanto potrebbe sembrare. Non si tratta solo di testardaggine, che comunque fa la sua bella parte, è qualcosa di divereso, di stimolante e di divertente. E non c’è niente che ci si avvicini neanche lontanamente.

Perchè ci ho pensato oggi? Perchè quel “problema interessante” che ha stuzzicato la mia curiosità è stato risolto in 15 minuti  buoni (spero correttamente), perchè mi sono buttato a capofitto tra tabelle di verità e mappe di Carnaugh, mangiandomi di fatto tutta la pausa tra una lezione e l’altra. Al rientro in aula, alcuni amici mi hanno fatto notare che si trattava della pausa, del tempo libero che di diritto mi spettava per parlare di questo o di quello e che io mi sono privato di un diritto fondamentale dello studente.

Cazzo, ma sono davvero così fumato da buttare nel cesso una pausa per un problema?

Uno stupido problema?
Uno stupido problema interessante?

No, non sono fumato, li valeva tutti. E mi rendo conto che il mio modo di vedere questa situazione è incredibilmente simile a quello che E. S. Raymond ha scritto nel suo documento “How to become a hacker” e che, nelle versioni tradotte in Italiano rintracciabili con google suona così:

1. Il mondo è pieno di affascinanti problemi che aspettano di essere risolti.

Essere un hacker è molto divertente, ma è un tipo di divertimento che necessita di un sacco di fatica. La fatica richiede motivazione. Gli atleti di successo traggono la loro motivazione dalla possibilità di ottenere delle prestazioni che li portano a superare i propri limiti fisici. In maniera simile, per essere un hacker devi provare una forte eccitazione nel risolvere problemi, affinando le tue abilità ed esercitando la tua intelligenza.

Se non sei il tipo di persona che sente queste cose naturalmente, hai bisogno di diventarlo prima ancora di poterlo fare come hacker. Altrimenti scoprirai che la tua energia hacker è fiaccata da distrazioni come il sesso, il denaro e il desiderio di approvazione sociale.

(Dovresti anche sviluppare una forma di fede nelle tue capacità di apprendimento – un credo secondo cui anche se non puoi conoscere tutto ciò di cui hai bisogno per risolvere un problema, se ne affronti solo una parte e trai insegnamento da quella, hai imparato abbastanza da passare al pezzo successivo – e così via finché non ce l’avrai fatta del tutto.)

Hacker? Sarebbe, il più grande riconoscimento possibile. E chissà che un giorno non possa avvenire…

7 commenti

  1. thelondoner

    Allora ho capito perché sono una schiappa in matematica… Ma i Power Rangers non si toccano! :mrgreen:

  2. Luigi

    I misteri di google sono indecifrabili anche per me. :mrgreen:
    Questo che è il mio blog privato continua a scalare posizioni mentre un mio sito che gradirei vedere in alto, non fa altro che sprofondare… Mah?
    Studio programmazione sì, ma non credo proprio di potermi permettere di correggere il codice di altre persone… Sono davvero alle prime armi. 😳

  3. max

    sei a verona ? vorremmo parlarti

  4. Luigi

    Se la domanda è rivolta a me, no, non sono di Verona.

  5. Ciao amico mio

    Ciao amico mio.
    Postami il link del sito che vuoi far scalare sui motori di ricerca e te lo sbatto in prima pagina su tutti i motori che posso, ma tieni conto che no sempre pochissimo tempo.
    😉 dalla mia mail puoi dedurre chi sono 😉 a presto, un saluto

    Se mi posso permettere, in merito alla parola hacker, sono certo che troverai interessante il libro di Stephen Levy Hackers: the Heroes of the computer generation.

    Se dai un’occhiata con google tramite google hacking, puoi trovare qualcosa con questa keyword:

    filetype: pdf hackers gli eroi della rivoluzione informatica

    http://books.google.it/books?q=Hackers%3A+the+Heroes+of+the+computer+generation&btnG=Cerca+nei+libri

    oppure

    http://books.google.it/books?id=EkdRAAAACAAJ&dq=hackers+gli+eroi+della+rivoluzione+informatica

    Ciao, ci ritroveremo tra le pieghe del web 😉

  6. Luigi

    Leggerò volentieri il libro, anche perchè non è la prima volta che lo sento nominare, e ora mi hai incuriosito. Per quanto riguarda la tua offerta, ti ringrazio, ma ormai ho raggiunto una posizione abbastanza buona senza fare niente di che, e per ora direi che mi sta bene così.

    A proposito, bel saluto! 😀

  7. Anonimo

    Mi riconosco in quanto hai scritto. Purtroppo cosa ci si può aspettare da migliaia di cervelli impostati sul ciclo di lavaggio “Uomini & tonne”?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo è uno dei pochi siti web rimasti al mondo che non richiede di lasciare dati personali, quindi per favore, non inserire dati personali nei commenti.
L'email non è obbligatoria. Usa uno pseudonimo al posto del nome. Oppure usa un nome, ma non il tuo. Non scrivere la tua città, il tuo numero di telefono, il nome del tuo cane, il tuo numero di carta di credito. Se proprio non riesci a farne a meno, sappi che potrei censurare il tuo commento se contiene informazioni personali.
I tuoi dati verranno trattati secondo quanto descritto nella policy privacy del sito.

© 2024 Luigi

Tema di Anders NorenSu ↑