Il 2021 2019 – terza parte è stato un po’ un disastro annunciato. Diciamo che aver contenuto i danni è già un risultato ragguardevole.

Quando mi chiedono “che cosa fai per capodanno?” ho imparato a dare sempre la stessa risposta. Sono tre o quattro anni che ho imparato questo trucco. La prima volta è stato strano, ma una volta passato l’impatto, non è così male come può sembrare.

La mia risposta standard alla domanda “che cosa fai per capodanno?” è che non lo festeggio. Questo provoca spesso reazioni strane tra le persone, incredibilmente anche tra quelle che mi conoscono da più di tre o quattro anni e che ormai non dovrebbero esserne più sorprese. In realtà non capisco che cosa ci sia di tanto strano… Ci sono miliardi di persone che, ad esempio, non festeggiano il Natale, e per quanto riguarda il capodanno non c’è neanche la religione di mezzo, dovrebbe essere ancora meno problematico farsi andare bene il fatto che qualcuno potrebbe non volerlo festeggiare. Magari tra quelli che mi conoscono da meno di tre o quattro anni, qualcuno penserà che si tratti semplicemente di un vezzo da bastian contrario, ma non è così.

Intanto, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non festeggiare il capodanno non causa nessun tipo di effetto avverso. La cosa peggiore che succede, è che non si abbia niente di cui parlare il giorno successivo, quando conoscenti più o meno stretti chiederanno “cosa hai fatto a capodanno?”. Niente. Il bello è che non si muore, a non fare niente il 31 dicembre. Si può fare una bella cena, oppure no. Si possono guardare i fuochi d’artificio, o andare a dormire prima. Si può ricevere o fare qualche telefonata, oppure vedere un film. Si possono fare o ricevere gli auguri… Oppure no. È liberatorio, riduce lo stress e consente anche di svicolare dagli inviti meno graditi.

Il motivo per cui non festeggio il capodanno però non è tra questi, ma che non nutro alcuna speranza per il fatto che l’anno che si appresta ad iniziare porti qualche tipo di buona novità. Non è una superstizione questa, ma dipende dal fatto che gli ultimi anni, uno dietro l’altro, non hanno portato sconvolgenti novità positive. C’è un motivo se continuo a pensare che quella che termina stasera sia solo la terza parte del 2019: nessuno degli ultimi tre anni ha portato novità tali da segnare una svolta o anche solo un progresso. Sono solito suddividere la mia vita in periodi, e qualsiasi sarà il nome di questo periodo, non credo affatto che sia terminato.

Certo, uno potrebbe anche accontentarsi di quello che la sorte ci riserva… Non significa che non sia successo niente di degno di nota nel 2021, al contrario, è l’anno in cui sono stato invitato al maggior numero di matrimoni, l’anno in cui ho finalmente visitato Firenze, quello in cui ho realizzato un piccolo sogno, quello in cui ho quasi perso mio padre e quello in cui ho miracolosamente riallacciato un rapporto che si era interrotto due anni fa e che, pur non avendo mai chiuso la porta da parte mia, avevo ormai considerato una causa persa. È stato anche uno degli anni in cui ho scritto di meno sul blog, anche se in realtà, di alcuni degli eventi salienti sono comunque riuscito a parlarne. In realtà di “cose” ne ho scritte molte, ma non le ho mai pubblicate. Sono tutte rimaste un po’ a metà. Non so se riuscirò a tirare fuori dagli archivi questi pezzi di post, magari rattoppandoli quà e là, ma vorrei provarci. Questo sarà il primo proposito che posso disattendere!

Festeggerò di nuovo il capodanno? Lo spero. Come ho risposto a chi mi chiedeva quando sarebbe finita questa mia fissazione: festeggerò di nuovo il capodanno quando varrà la pena farlo. Quando sarà cambiato qualcosa, quando sarà finito questo 2019. Quando non sarà più il giorno della marmotta.