Versione in ricostruzione

Nella vita ho sbagliato tutto*

*Secondo gli altri.
Qualche tempo fa riflettevo (eh no, non sono ancora riuscito a togliermi questo brutto difetto, ma prima o poi ci riuscirò!) sul fatto che secondo chi mi stava intorno, fino ad ora non ho mai azzeccato una sola scelta nella vita.
Oggi vi racconto dove mi ha portato il vecchio detto “sbaglia sempre con la tua testa”.

Il primo sbaglio serio che ricordi, è stato in terza media, quando era il momento di iscrivermi alle superiori. In realtà non era una scelta facile, ma non perchè ci fossero molte alternative, ma al contrario perché non ce n’era nessuna che valesse la pena ponderare. Era fin dalle elementari che sapevo di voler fare il programmatore da grande. “Il che?” era la risposta più frequente a quest’affermazione. Il programmatore non era ancora un mestiere particolarmente famoso in questo angolo di mondo, e mi sono trovato a dover spiegare che cosa fosse più di una volta, senza saperlo con esattezza neanche io. Insomma, nessuna scuola superiore era un buon primo passo verso la programmazione, per cui la scelta era tra alternative tutte poco appetibili. Il liceo scientifico era fuori discussione (stupido me, stupido stupido me), non perché odiassi particolarmente la matematica (pur avendo seri problemi nel far uscire i giusti risultati delle espressioni), ma quanto per stare il più alla larga possibile dal disegno tecnico (materia che ho finito per l’odiare più per colpa della professoressa delle medie, che per la mia incapacità di tirare linee dritte usando qualunque tipo di tecnica o strumento). La mia scelta è ricaduta quindi sul liceo linguistico, ma non perché avessi una particolare predilezione per le lingue, quanto piuttosto perché avevo capito che grazie all’Inglese avrei potuto avere accesso a tutta la conoscenza del mondo (informatico), e dunque volevo impararlo per bene. Ovviamente, tutti quelli che mi conoscevano, erano di diverso avviso: avrei dovuto iscrivermi al liceo classico. E con tutti, intendo veramente “tutti”, dai genitori ai nonni, agli amici, ai professori, ai bidelli… Tutti. Il punto è che non ne volevo proprio sapere niente del liceo classico. Il classico da queste parti è considerato una specie di scuola per “eletti”, tutti geni o futuri tali o figli di “gente importante”. Io in mezzo a persone del genere non mi ci sarei di sicuro trovato bene, per di più avrei dovuto sprecare le giornate a studiare il greco, quando già dovermi sorbire il latino mi sembrava una tortura più che sufficiente.

E quindi ho fatto il mio primo grosso sbaglio, e mi sono iscritto al linguistico. Di sicuro non è stato facile: né ambientarsi, né sopravvivere, però ne sono uscito più che dignitosamente, ed ho visto amici prendersi ogni genere di esaurimento nervoso per sopravvivere nell’unica sezione del liceo classico che c’era, stretti tra le richieste fuori da ogni logica dei professori, e da una competizione quasi mortale tra gli studenti.

A questo punto c’è stata la seconda scelta difficile, ovvero quella dell’università da fare. Questa volta le alternative erano due (Informatica ed Ingegneria Informatica), ed ovviamente non potevo che fare nuovamente la scelta sbagliata. Io non la volevo fare Ingegneria. Troppe materie messe lì senza essere legate direttamente a quello che mi andava di studiare (e considerato che mi sono dovuto sorbire lo studio di cinque letterature alle superiori, ero abbastanza stanco di dover studiare materie che non mi andava di conoscere!). Di nuovo, amici e parenti hanno cercato di convincermi che Ingegneria fosse la scelta giusta, anche solo per il fatto di aver scritto “Ing.” sul biglietto da visita.

Questo secondo colossale errore, mi ha portato a conoscere il più bel gruppo di informatici matti sgangherati, noti come DCM, con i quali ho preparato praticamente tutti gli esami della laurea triennale e passato tantissime allegre serate di studio, nerdaggio sfrenato, cazzeggio e programmazione. Ho studiato cose che mi hanno interessato e che mi serviranno nella vita: certo, ci sono stati anche esami fatti male o esami inutili, ma andando a fare la media, direi che i pro hanno superato i contro.

Un problema simile si è posto quando dovevo decidere cosa fare per la magistrale, ovvero, se andare a studiare fuori oppure no. L’idea di andare a studiare fuori non mi dispiaceva, anzi, mi stuzzicava. Certo, sarebbe stato impegnativo, ma ero disposto a fare questo salto nel buio. D’altro canto, restare qui mi avrebbe permesso di continuare a lavorare su alcuni progetti, e forse di “diventare qualcuno” nell’università… E insomma non si trattava di una scelta facile.

Ho di nuovo fatto lo sbaglio di restare (in fondo potevo andare a studiare fuori anche per la triennale), ed anche se questa volta gli esami strutturati male / spiegati male / inutili / brutti hanno inciso di più sul bilancio complessivo (anche perché c’erano meno esami in totale), alla fine questa scelta mi ha portato diverse buone conseguenze: sono stato assistente di due professori, ho pubblicato alcuni articoli, sono stato ad un paio di convegni, ho firmato qualche tesi… Insomma, ho fatto delle belle esperienze tutto sommato.

L’ultimo (per ora) sbaglio, è stato quello di cercare lavoro. In questo caso però, non si tratta di uno sbaglio considerato tale da tutti, ma solo dal mio relatore, che avrebbe voluto invece che facessi il dottorato. Il dottorato non è così male, ma si tratta pur sempre di altri due anni sui libri, dentro gli stessi posti, che comprende anche un certo numero di ore di corvée varie per conto di qualche docente (dite di no? Sono stato informato male? Sarà…).

Insomma, ho anche fatto lo sbaglio di andare a cercare lavoro. E soprattutto di trovarlo. La parte buffa è che, molto probabilmente, senza il mio primo vero sbaglio, ovvero l’aver frequentato il linguistico, non sarei stato preso nel posto dove lavoro. Comunque, probabilmente è ancora presto per dire se si è trattato di uno “sbaglio” come i precedenti, ma per il momento, sono contento di aver sbagliato anche in questo caso, perché non credo che avrei potuto trovare in Italia un lavoro migliore di questo (a meno che non me lo fossi creato da solo).

1 commento

  1. Sevy

    Credo che il solo fatto che tu sia riuscito a prendere decisioni difficili di testa tua, senza farti condizionare da chissà chi, ti renda onore.
    Quindi fai bene ad andare fiero dei tuoi errori!
    E poi se non avessi preso il linguistico forse noi non ci saremmo nemmeno conosciuti u.u Per te magari non sarebbe stata una grossa perdita…ma a me sarebbe dispiaciuto. xD

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