Versione in ricostruzione

Categoria: Comunicazioni Interne (Pagina 1 di 3)

Quando ci sarà qualcosa da comunicarvi, ve la posterò qua :D

Partenze.

Domani si parte. Non c’è un granchè da dire. Sarete senza aggiornamenti della mia vita.

Avrei voglia di scrivere un post facendo il punto sulla situazione degli esami, ma neanche troppa, quindi non lo farò. Vado in Calabria da amici e poi a Londra, forse scriverò qualcosa in quei 3 giorni in mezzo, visto che in Calabria sarò senza internet, ed a Londra a maggior ragione. Ci sentiamo verso il 10 Agosto. Se vi va male, anche prima.

Vacanzeeeee!

Orario dimmerda

Eh, lo so lo so, sono imperdonabile. Ma non è colpa mia se all’università mi hanno appioppato un orario inguardabile, e che conseguentemente il mio tempo libero si riduce drasticamente.

Potresti aggiornare il blog dall’università, direte voi, perchè tanto lì hanno la wi-fi. Eccerto, e io vado ad inviare password su una wi-fi non protetta da password, dove si collegano decine di persone più in gamba di me? Eeeeh mica matto. Devo fare in modo di mettere su una VPN col computer di casa, così da usarlo come server d’appoggio. Mi rallenterà un po’, ma è sempre meglio di niente.

E ora, vai col riassunto delle puntate precedenti!

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Cercasi nome

Tante cose da dire, tante cose fatte, tante cose ancora da fare.

Intanto ho recuperato a casa la tavoletta grafica, e potrete notarlo dalla testata.

Bene, prima di andare a vedere lo spettacolo di Beppe Grillo (go! Beppe go!) ho bisogno del vostro aiuto: mi serve un nome per l’ominide che potete vedere nell’header.

Un nome ce l’aveva, è un omino che disegno da quando ero piccolo, e mi accompagna su fogli, libri, diari e quant’altro. Un nome ce l’aveva: 007te, ma deriva dal suo ruolo (agente segreto) nei fumetti che disegnavo da bambino. Nome in codice, potremmo dirlo.

Ma come si chiama realmente? Ho bisogno di idee, perchè con grande probabilità diventerà un ospite più o meno fisso del blog.

Forza, troviamo un nome per l’ominide!

Omino

{democracy:25}

Acquisti Esotici e Prima scommessa coi lettori

Oggi sono particolarmente distrutto.
Eh, provateci voi a studiare filosofia dalle 10 del mattino alle 6 del pomeriggio, ripercorrendo idealmente la storia del pensiero dai critici immediati di Kant fino a metà Marx (senza aver assimilato un tubo, ma solo per rendersi un po’ conto di quello che si tratta, perchè la memoria ha autorimosso tutto).
Però, mi sono tolto uno sfizio…
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Siamo buoni lo stesso

Sala 5 – Siamo buoni lo stesso

A volte capita che noi ci sentiamo strani

forse perchè son vuote le mani

può darsi che sia incapacità,

troppa voglia di fare o che sia,

solo un po’ di paura.

Paura di essere giudicati adesso

e non quando siamo noi, e ognuno mostra se stesso.

Ma a noi che ci frega, a noi che ci frega?

Siamo buoni lo stesso.

Noi non sappiamo esser sempre coerenti,

però sappiamo bene esser sempre presenti

e visto che ci siamo, intanto amiamo.

Come si può ven vedere, la gente non è sempre uguale,

a seconda del giorno può sempre cambiare

e invece no è solo un’impressione,

e quello che non cambia mai, è fermo nel cuore.

E adesso vieni qui, aprimi e svuotami,

non servono chiavi né formule magiche,

serve solo un po’, un po’ di pazienza

e capire che tra te e me non c’è differenza.

Noi non sappiamo esser sempre coerenti,

però sappiamo bene esser sempre presenti,

e visto che ci siamo, e visto che andiamo,

intanto amiamo.

A volte capita che noi ci sentiamo strani,

forse perchè son vuote le mani,

può darsi che sia incapacità, troppa voglia di fare o che sia

solo un po’ di paura…

Marco? Roberto? Dove siete? Ho bisogno di voi.

Lettera a Lily.

Questo non era nel programma. Un post per te non c’era davvero nella mia lista delle cose da fare. Ma si è reso necessario, visto che non vuoi incontrarmi e non vuoi sentirmi. Però il mio blog lo leggi, posso scommetterci quello che vuoi. Non ha senso questo, e lo vedi da te immagino, però è così. E allora l’unico modo che ho per dirti quello che voglio, è scriverlo qua, in modo che lo leggano tutti.
Sono sempre stato contrario a fare troppa pubblicità, ma se l’unica possibilità è questa, non mi tirerò indietro.
Io ho provato tutto. Tutto quello che avevo da provare, l’ho provato. Non c’è una strada che ho lasciato intentata. Progressi non ce ne sono stati. Cosa ci ho guadagnato? Ho passato altri mesi a farmi domande, a chiedermi se fosse giusto così, dove sbagliavo, che cosa facevo di male. Ho chiesto consigli agli amici, ma né io né il nostro cumulo di cervelli è stato capace di interpretare te e le tue azioni. E io ho inghiottito e lasciato correre, ho fatto come dicevi tu, e mi sono adattato alle tue decisioni. E mi sono anche stufato, tra le altre cose. Adesso cambiamo regime, e non mi interessa se tu vuoi fare o meno come dico io, mi basta che sia io a farlo.
Sono stanco dei tuoi improvvisi e repentini cambi di umore, e dei tuoi cambi di idee. Che una cosa va bene un momento, e il momento successivo Dio solo sa, se va bene o meno. Non puoi fare così con me, l’ho tollerato fin troppo a lungo. Non puoi pretendere che io stia ai tuoi comodi, che stia ad ascoltarti seduto e scodinzolante quando hai voglia di parlarmi, e quando non ne hai, accettare che di lì in poi posso anche essere morto. Non puoi pretendere che quando ti va, io devo essere pronto ad incontrarti, mentre tu puoi permetterti il lusso di dettare come dove e quando vederci. Ed oltretutto, quando più ti pare e piace, puoi decidere a tuo insindacabile giudizio di rispondermi o meno, di salutarmi o meno. Quasi fossi un cane. Invece non sono un cane, non sono al guinzaglio, non rincorro palline se me lo chiedi. E non puoi neanche pretendere che ti corregga i compiti di Inglese. Non solo, questo non dovresti neanche pensarlo.
E’ una mia fissa, certo, da bambino delle elementari, aggiungi.
Ma siamo seri? Metti un po’ da parte l’orgoglio da caprona (come me, per carità), e pensa un attimo. Mi dici che dobbiamo parlare, e poi dopo un po’ “non ne hai più voglia”, però la voglia di farti correggere il compito di Inglese c’è, eccome. E rimandi a domani il discorso. E se domani fosse tardi? “Non ti importa”. Bella roba. Te ne sbatti proprio. Sono contento.
No perchè, siccome io sono quello speciale, quello che ha sempre il lusso di fare lo stronzo, e di mettersi su un gradino tutto suo tra l’amicizia e l’amore, allora tu te ne sbatti le palle se domani fosse troppo tardi per parlare con me.
Beh allora sarai felice di sapere che, sì, domani sarà troppo tardi.
Non ne posso più di passare serate a farmi seghe mentali,e di perdere il sonno, condannato all’apatia più assoluta. Non ne posso più di campare in questa bolla fuori dal tempo e dallo spazio in cui sono finito. Non ne posso più di litigare un giorno sì e uno no con te. Non ne posso più di non riuscire a concentrarmi perchè tu spunti nei miei pensieri dal nulla, e da lì in poi mi impedisci di ragionare. Non per una persona a cui “non importa”.
Non è questa l’amicizia che io avevo promesso di mantenere. C’è qualcosa che non va, e io ci ho perso mesi per cercare di capire che cosa fosse, senza riuscirci. Sarò io, non lo so. Ma non intendo stare male ancora.
E siccome tanto la colpa e sempre è comunque la mia, stavolta almeno voglio prenderla tutta sulle mie spalle, me la prendo e me la tengo stretta.
E so che stanotte piangerò ancora, ed anche domani e dopodomani, e non so per quanto tempo, ma mi serve di prendere una decisione. E siccome a te non importa, allora basta. Basta davvero.
Forse è il caso che io e te non ci sentiamo per un po’.
Non so se questa sia la soluzione giusta, ma io ho bisogno di riprendermi la mia vita e se devo stare ogni due giorni a litigare con te, non ci riuscirò mai.
In un modo o nell’altro quello che volevo dirti, sono riuscito a dirlo, ed immagino che tu sia finita col leggerlo. Non so se tu abbia ancora qualcosa da dirmi, io ti ho mandato un mms lunghissimo, e ti ho scritto anche un post, visto che parlare con te è diventata un’utopia.
Ma se neanche ora hai qualcosa da dirmi, non posso farci niente.
Mi dispiace per come è andata, e mi dispiace di chiederti di non cercarmi, non credere che ci provi gusto. Non era così che volevo andasse a finire, e non sarei mai voluto arrivare a questo. Ma io non riesco a trovare nessun’altra soluzione.
Se ne hai una tu, ti prego, dimmela, potrebbe essere quella giusta, ma se non hai nient’altro da dirmi… Allora mi dispiace davvero, davvero molto. Ma dovremo salutarci per un po’.
Che tu lo creda o no, ti voglio bene, e sto ancora piangendo, come più o meno dal primo paragrafo.

Rif.

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