Versione in ricostruzione

Fine.

Sarebbe stato più bello se questo articolo l’avessi pubblicato ieri. Ma non ne ho avuto voglia. Bisogna avere un minimo di ispirazione per scrivere, altrimenti mi esce fuori un grumo di parole, che anche un elenco puntato è più avvincente.
Punto primo, non avevo voglia.
Punto secondo, mi sono messo a fare altro, e alla fine non avevo tempo.
Punto terzo, l’ho scritto oggi, e se non vi sta bene, non leggetelo. Oh.

Ieri sera abbiamo finalmente messo il punto a quello che è stato un lungo anno. In bene o in male questo non lo so, so solo che è finito, e tanto mi basta a tirare un sospiro di sollievo. Possiamo mettere un punto, bello tondo, nero e grassoccio, girare pagina, e cominciare a scrivere su una candida superficie sgombra. E quello che c’è da scrivere ho intenzione di scriverlo io parola per parola.
Ieri sera sono stato a cena con Lo Zio e consorte, Argentina, e una mezza carrettata di amici. Siamo stati bene, nonostante gli scatti d’ira ingiustificati di alcuni invitati, evidentemente incazzati per i fatti loro, ma che fortunatamente non hanno fatto danni. La mia pazienza è stata messa a dura prova da un’amica dello Zio, che è stata capace di farmi incazzare anche la sera dell’ultimo dell’anno.
Poi dopo una cena iniziata in ritardo spaventoso perchè Argentina e Bombina dovevano lavorare, passata la mezzanotte, era il momento dello spumante, dei fuochi di artificio da guardare dal terrazzo e dei messaggi di auguri. Messaggi che quest’anno ho dovuto limitare al massimo, causa carta messaggi Tim balorda che non dura più fino al 7 gennaio, ma neanche fino al 1 gennaio. Tirchi.
Nonostante tutto ho deciso di fare gli auguri a qualcuno, tra cui Lily, che però non ha risposto.
Poi con Lo Zio ed un gruppo di altri 3 temerari siamo andati ad una festa di paese, in cui per tutto il tempo della fila all’ingresso e al guardaroba, c’era musica orecchiabile. Non appena abbiamo posato giacche, cappotti e sciarpe, sono saliti quattro o cinque individui sul palco, iniziando a cantare e suonare dal vivo canzoni che solo loro conoscevano, in cui l’unica che ho vagamente sentito una volta o due, inneggiava alla legalizzazione della droga. Ci siamo rimessi in fila per riprenderci i cappotti e ce ne siamo andati, dapprima in parcheggio a chiacchierare di come il mondo vada a rotoli… Tipiche chiacchiere da primo dell’anno, insomma. Ed era pure tardi. Di nuovo in macchina, questa volta la tappa è un tranquillo bar (l’unico aperto) per fare uno spuntino a base di cornetti, cappuccini e thé. E poi chiacchiere e chiacchiere, fino alle 5, orario in cui ho inviato l’ultimo sms d’auguri in risposta a quelli che mi sono arrivati, prima di collassare sul letto, fino al mezzogiorno di stamattina.
E ora? Beh, a cena sarò di nuovo dov’ero ieri sera, e con la stessa compagnia, e immagino che la serata proseguirà con una partita a carte. Bah, vedremo.
Intanto, beccatevi anche l’innovativo (?) post dello Zio, qua!

1 commento

  1. Lo Zio

    :D:D:D Porta le carte e la tombola !!!! :D:D:D

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