Sabato mattina. Ore 9:13. Stazione ferroviaria.
Che fine ho fatto? E cosa ci faccio in un posto come questo il sabato mattina?

Forse vi ricordate di me, ero solito scrivere cose su questo sito. Non si trattava sempre di cose allegre, ma ultimamente non avevo niente di troppo deprinente da comunicare al mondo.
Ora sto andando a studiare coi miei colleghi duri come il metallo, per preparare l’esame parziale di fisica di lunedì, e questa volta sono seriamente preoccupato.
Non mi sono mai trovato ad un’interrogazione o ad un compito senza essere pronto, così come non ho mai tentato un esame senza averci passato sopra tempo sufficiente a sentirmi preparato.
Questa volta è diverso: la sparizione del tempo di cui scrivevo sul treno solo qualche giorno fa, ha seriamente compromesso la sessione di studio. Questa volta ho un solo fine settimana per studiare fisica da zero. Ho degli ottimi tutor, ma ciò non toglie che il tempo a disposizione sia molto risicato. Non si può studiare mezzo programma in due giorni, ne sono perfettamente cosciente, quindi l’obiettivo di questa sessione di studio non sarà capire la fisica, ma allenarsi a fare gli esercizi per passare l’esame.
Non è la cosa giusta da fare, ma considerando il mio interesse verso la materia prossimo allo zero, il modo di spiegare del professore, e la scarsità di tempo a disposizione, è l’unica situazione praticabile.
In fondo mi piace risolvere problemi, ed una volta che ho tra le mani i pezzi che mi servono, un modo per rimetterli insieme lo trovo. In questo caso però mi manca una vagonata di formule necessarie per risolvere i problemi. Alcune, molto poche, possono essere ricavate con un po’ di ragionamento, ma le altre bisogna saperle, e non c’è abbastanza tempo per impararle.
Lunedì dovrò fare quindi affidamento sullo spazio libero sul retro della calcolatrice scientifica, dove piazzerò quante più formule possibile.
Questo significa che nel caso fossi per qualche motivo impossibilitato ad utilizzare il suddetto formulario, difficilmente riuscirei a prendere più di due punti. Che sono un po’ pochini.
Diciamo che questa volta dovrò affidarmi ciecamente alla mia buona stella. Non posso lamentarmi del suo operato complessivamente, ma non so se sia abbastanza preparata da reggere un intero compito e farmelo superare con un qualunque voto.
Si si, proprio qualunque. Si tratterebbe davvero di culo stratosferico anche un 15 risicato, quindi non mi permetterei mai di fare lo schizzinoso.

In fondo, sarebbe come fare un terno al lotto, e non andare a ritirare la vincita.

[Articolo pubblicato in ritardo, per mancanza di tempo]