A monte!

Le carte migliori che tu possa desiderare, una buona somma in gioco. Culo, non c'è che dire. Ed e proprio mentre ti hanno dato le carte, e tu assapori la gioia, fingendo un banale "Ma sì, giochiamo!", che qualcuno fa notare che c'era una carta non rimessa nel mazzo, e condisce tutto urlando "A monte!". E subito tutte le carte all'aria, e tu resti lì, contemplando quella mano che sarebbe sicuramente stata tua, e ti arrendi sul fatto che questa volta non puoi fare niente. La fortuna sghignazza e volta l'angolo. Questa volta è andata male.

Sono quasi le una. Ormai mancano due minuti. Sono passate circa 24 ore dall'ultimo contatto con Lily. Uno squillo, niente di più. Decisamente non abbastanza, per quello che le avevo scritto. Certo, non mi aspettavo una reazione da film, che consisteva nel sentir suonare il campanello e trovarmela fuori di casa, ma qualcosa di più che un freddo silenzio l'avevo messo in conto. Sia che fosse stato un sonoro vaffanculo, che altro, ma di sicuro non questo. Niente, né un battito di ciglia, né un brivido lungo la schiena, né un abbozzo di sorriso, né un pugno nello stomaco. Nessuna reazione. Solo uno squillo alle una. 24 ore e dieci minuti fa. Dodici minuti fa. Non riesco neanche a scrivere stanotte. Cerco di pensare, e più penso più mi rendo conto che non c'è qualcos'altro che io possa fare. Perchè quello che dovevo dirle, l'ho detto. Quello che dovevo fare non ho potuto farlo, ma se non vuole vedermi non posso farci niente. E' una sua scelta. Io ho fatto una promessa, ed ora mi rendo conto che è stata la promessa più stupida che potessi fare, perchè mi ha legato le mani. Ma quando glie l'ho fatta, l'ho fatta per due motivi, e non così a casaccio. Intanto l'ho fatta perchè sapevo di poterla mantenere, ed anche se non sarà facile, la manterrò. Ma soprattutto l'ho fatta perchè era la cosa giusta da fare. Aveva paura di perdere la mia amicizia, tanto quanto io di perdere la sua ed era in dubbio sul da farsi, se fermarsi o continuare. E io ho fatto quello che era giusto fare, prendere un impegno difficile, ma darle una sicurezza. La mia promessa l'ho mantenuta e la manterrò, di certo non sarà facile, ma ormai credo sia l'unica cosa che mi resti da fare. Devo andare a dormire, lo so, ma non voglio andare in camera. Dovrei aprire il comodino. E nel comodino c'è ancora il regalo che ho fatto fare per lei quando ero al mare, e che non le ho più dato. Contavo di farlo quando sarebbe venuta a trovarmi. In fondo, l'ho fatto fare per lei, e non è giusto che me lo tenga io, né che se lo prenda qualcun'altro. E tenerlo lì mi fa male. Rimandiamo la decisione. Ora non è il caso.