Versione in ricostruzione

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Finalmente, dopo anni di tentativi, l’ho incastrata!
Sono andato a casa sua a parlarle! Olè!Non scandalizzatevi, non l’ho né tramortita né costretta: semplicemente si è ammalata, e quindi oggi non aveva scuse: non poteva studiare, né uscire.
Incastrata, non c’è che dire.
L’idea era di fermarmi solo un’oretta per parlare dello stretto necessario (Perchè cazzo ti volatilizzi sempre?), ma poi mi ha chiesto di rimanere, e allora mi sono fermato un altra oretta. Come dirle di no? (Così: No.)
Ho iniziato il discorso con lei sdraiata semiaddormentata sul letto, occhi chiusi, e aria tranquilla, e siamo finiti a discutere (pacificamente però), quindi penso almeno di averla tenuta sveglia (a meno che non parli nel sonno).
E le ho detto quello che pensavo di questa situazione, ovvero che un rapporto di amicizia non si basa sul parlare 10 minuti o un quarto d’ora, ma anche sul vedersi DOPO la scuola, con amici parenti o fidanzati, ma almeno ogni tanto vederci. Le ho detto di aver fatto caso che ultimamente ( ❓ ) sono sempre e solo io a cercarla, e che lei mi dice sempre di aver da fare, ma che quando ha tempo libero, non si ricorda mai di me.
Inizialmente sembravo aver sortito l’effetto desiderato, poi però mi ha confessato che a lei sembrava un ragionamento stupido. L’idea era quella di prendere ed andarmene, ma siccome mi trovavo in cima ad un monte, nel mezzo del nulla, ci ho pensato meglio.
Non c’è niente da fare, purtroppo ha ragione Rousseau “che fatale dono dal cielo è un’anima sensibile!”.
Me ne farò una ragione, io faccio troppo caso ai dettagli, il resto del mondo non sa neanche che esistono. Colpa mia, probabilmente, proverò a cambiare se è questo che serve.
Poi, dopo che siamo stati a parlare del più e del meno (e del complanno dell’amica ridolina, che questi giorni ho “fatto piangere” Ma ne parleremo dopo), si zittisce, si gira nel letto, mi guarda sorridendo e mi dice: “Forza, chiedimelo”.
Per un attimo ho creduto che avesse mangiato la foglia, ma ovviamente la stavo sopravvalutando, infatti quando le ho chiesto che cosa avrei dovuto chiederle (ha senso, lo giuro!), la risposta è stata:
“Se lo sento ancora”
dove il “lo” era chiaramente riferito al verme, ovvero al suo ultimo ex, che l’ha trattata da cani.
Non c’era bisogno di chiederlo, la risposta era lampante: sì.
E comunque, checchè se ne dica, a me la chiacchierata di oggi a qualcosa è servita. A darmi una svegliata, spero.

Ok, fine della parte pregnante.

Dicevamo della ridolina che ho fatto piangere. Non sono un mostro, in realtà l’ho commossa (o almeno così mi ha detto). Lei era giù e io ho cercato di tirarla su di morale… Però l’ho fatta piangere per un bel po’… :F

 

1 commento

  1. Giken

    Consiglierei come sottofondo musicale di questo post “Teorema” di “Marco Ferradini” 😉

    Gigi

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